Espulsioni. Ci raccontano la verità?



Ad oggi, il tema dell’immigrazione è sulla bocca di tutti. Dalle aule parlamentari al bar sotto casa, tutti parlano di numeri e prospettano una pericolosa invasione. Un argomento che smuove le folle e che mette in contrapposizione le diverse ideologie ma, soprattutto, che smuove milioni di voti. La Lega ha giocato tutta la sua campagna elettorale su quest’argomento e, rincarando la dose sulle problematiche riconnesse, è riuscita nelle preferenze a superare il Movimento Cinque Stelle, primo partito italiano alle elezioni del 2018. Ma quanto c’è di vero nei numeri e nei sondaggi che giorno dopo giorno ci vengono proposti?
E’ necessaria una premessa: non si vuole, con quanto segue, né ridimensionare né, quantomeno, smentire le problematiche riconnesse all’ immigrazione e, soprattutto, del destino, di chi irregolare, deve forzatamente abbandonare il nostro Paese. Appunto l’Italia , da sempre, non è stata mai restia all'accoglienza poiché la storia, dal Dopoguerra ad oggi, conta milioni di concittadini emigrati che, negli stati in cui sono stati accolti, hanno fatto le proprie fortune. Per questo l’Italia fonda la sua ospitalità  sulla base di una corretta integrazione ovvero riuscire a trovare un lavoro e nel contribuire, al pari degli italiani, al benessere nazionale. Infatti spesso – quasi sempre – se ne fa una questione economica calcolando, giorno dopo giorno, entrate e uscite determinate dall'immigrazione. Mentre tutti quelli che ne fanno una questione di razzismo o di neo-fascismo, rispetto al limite entro il quale si parla di una corretta accoglienza, cavalcano un’ onda emotiva solo al fine di porre un’efficacie opposizione politica. Restano comunque da condannare gli episodi di violenza fisica e verbale, nei confronti degli immigrati,  che sono solo il frutto di un’arretratezza culturale.
boat-998966_1920Detto ciò,  l’Italia, come dovrebbe fare ogni stato europeo, ogni qualvolta si presentano flussi migratori in entrata provenienti da paesi extraeuropei, soprattutto dal continente Africano, prima di poter decidere di rimpatriare chi abusivamente entra nel nostro territorio, ha da valutare lo Status di ogni singolo migrante per concedere, solo a chi ne abbia diritto, di poter rientrare in un regime di protezione e soggiornare nel Paese. A chi tal protezione non viene riconosciuta sarà obbligato a lasciare lo Stato per fare ritorno al paese d’origine.
Un sistema chiaro e preciso che da sé dovrebbe essere in grado di risolvere il problema. Ma i nostri politicanti, soprattutto di centrodestra e dell’aera leghista, continuano a fornici numeri e dati veramente preoccupanti. Già prima della tornata elettorale di questo marzo, appunto il leader della Lega Salvini – assieme alla sua coalizione di centrodestra – ci parlava di circa 500 o  600 mila irregolari che affollavano le nostre strade e, conseguentemente a ciò, elencava le strategie che un eventuale suo governo avrebbe attuato per ridimensionare la questione all’interno di parametri contenuti e gestibili. Il successo elettorale è sotto gli occhi di tutti. Ma sarà veritiera quella cifra ovvero la situazione è veramente così critica come descrittaci?big-data-2296821_1280
Nella fiera dei numeri, con interpretazioni sempre personali, ogni partito ci offre un suo resoconto che ci impedisce di venire a conoscenza della piena verità. Unica soluzione è quella di fidarci di dati ufficiali, contenuti nei database istituzionali del Ministero dell’Ministero. Dati che ci rivelano una realtà del tutto differente nonché numeri diversi. Infatti, nel trittico 2015 – 2017, gli stranieri irregolari in Italia, comunemente definiti clandestini, ne sono stati 120.648, di cui 54.601 quelli destituiti al proprio paese. Numeri del tutto diversi e molto meno allarmanti di quanto ci abbiano fatto credere.
Allora due le considerazioni da fare:
  • capire che i rimpatri – degli irregolari e limitatamente a questi – sono possibili fin quando c’è un accordo con i paesi di provenienza i quali, a loro volta, non possono essere obbligati, dall'Italia, a riprendersi indietro chi ha deciso di andare via. A questo punto un semplice decreto d’espulsione non basterà a far sì che un irregolare lasci autonomamente il nostro Stato;
  • che spesso, soprattutto dopo la venuta dei governi populisti, la politica tende a gonfiare determinate problematiche solo per accattivarsi le folle e per garantirsi un buon successo elettorale o, come nel caso in oggetto, raccontarci mezze verità poiché i circa 500/600 mila immigrati descritti non solo irregolari ma è la stima di tutti coloro che sono giunti e hanno inoltrato richieste d’asilo che fin quando non saranno esaminare, con relativo responso, non si potrà parlare di irregolari.
Concludendo, il problema dell’immigrazione esiste ed è reale, come sono reali i migliaia di clandestini che girovagano per le nostre strade. Al tutto si aggiunge il disagio sociale causato dagli stessi irregolari che si ritroveranno a vagabondare in cerca di elemosina o, peggio, finire nelle grinfie di associazioni criminali che li impiegheranno nel lavoro nero o nelle varie attività criminose come lo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’immigrazione è un problema da risolvere e non un mero espediente elettorale.

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